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#womaninjob

Approfondimento, a cura di Pubblicità Progresso, sui principali obiettivi da realizzare per raggiungere la parità di genere: conciliazione dei tempi e parità retributiva.

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Pubblicità Progresso continua, per il secondo anno, il suo impegno a favore della parità di genere con la campagna Punto su di te.

In occasione della Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna), lancia l’hashtag #womaninjob per condividere un approfondimento sui principali obiettivi da realizzare per raggiungere la parità di genere: conciliazione dei tempi e parità retributiva.

Come sottolinea Alberto Contri, Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, #womaninjob è stato scelto per sottolineare che il tema che accomuna queste due grandi questioni è proprio il lavoro: quello da dipendente / manager che donne e uomini svolgono sul posto di lavoro e quello di cura della propria famiglia che, soprattutto le donne, svolgono ogni giorno ma che, spesso, non viene considerato come tale o sottovalutato.

Quando si parla di discriminazione di genere, a seconda degli ambiti lavorativi, si incontrano ancora molti problemi ma si trovano anche soluzioni.
Secondo una recente indagine del Diversity Management Lab (Osservatorio sul Diversity management dell’università Bocconi di Milano): solo il 27% delle aziende intervistate, tutte sopra i 250 dipendenti, attua politiche di gestione delle differenze in azienda.

Ecco il parere di alcune donne, impegnate in professioni diverse, che ci hanno raccontato la loro personale esperienza:

Claudia Gerini, atttrice
Una verità tollerata, risaputa e mai ammessa: nel mondo del cinema le donne, a parità di ruolo, sono remunerate meno degli uomini.
Occorre che i produttori per primi si impegnino a concedere a tutti una reale pari opportunità.
Indubbiamente il lavoro di attore rende molto difficile l’organizzazione del rapporto lavoro/famiglia. L’impegno nel trovare una conciliazione dei tempi è, infatti, un compito fondamentale della coppia che ha come obiettivo il rispetto reciproco e la priorità dell’educazione degli figli.
In questo contesto risulta di grande utilità la presenza dei nonni quando è possibile come un ottimo completamento dell’educazione familiare.

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Federica Di Stolfo, manager dello spettacolo
Ho faticato il triplo rispetto ad un manager uomo perché, per accettare, ho dovuto dimostrare ogni giorno che sapevo lavorare bene, anche meglio di un uomo.
Vi racconto un aneddoto che la dice lunga e che oggi mi fa sorridere: un uomo, oltretutto un primo cittadino di una piccola città, mi disse: “Vorrei parlare con il manager dell’artista” io risposi: “Prego può dire a me” e lui replicò: “No, voglio parlare con il manager maschio!”

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Il tema della Parità di Genere è molto sentito nel mondo dello spettacolo, come hanno dimostrato anche gli Oscar 2015.
Nella notte più chiacchierata dell’anno, infatti, si è dato largo spazio alla questione femminile: a partire dall’ormai celebre discorso di ringraziamento di Patricia Arquette, premiata miglior attrice non protagonista, che ha dedicato la statuetta anche «A tutte le donne che hanno partorito e a tutte le cittadine di questa nazione».
Nella stessa notte, anche Reese Whiterspoon ha condotto un momento della sua battaglia per la parità di genere, affermando “Noi siamo più del nostro vestito” e lanciando un movimento all’insegna dell’hashtag #Chiediledipiù.
Impossibile infine non citare l’esplosione sui social della campagna #SpeakBeautiful realizzata da Dove in collaborazione con Twitter, per incitare le donne a cambiare il proprio modo di pensare scrivendo tweet positivi sulle altre donne.

E proprio dal mondo dei social arriva la nostra terza testimonianza:

Laura Bononcini, Head of policy Facebook Italia
Un aspetto fondamentale per realizzare la mission di Facebook è quello della diversità: per contribuire ad un mondo sempre più aperto e connesso è necessario contare su un team capace di comprendere e riflettere differenti comunità, background, culture, esperienze e modalità di pensiero ed è per questo che Facebook ricerca i candidati nelle comunità tradizionalmente sotto rappresentate all’interno del settore tech.
In Facebook, quando si parla di diversità, si intende la diversità cognitiva, di pensiero e di esperienza, oltre a cultura, etnia, sesso, orientamento sessuale, capacità/conoscenze, status socio-economico e altri fattori.

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Conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro e uguale salario sono quindi i veri obiettivi della parità di genere.
Per il pieno raggiungimento della parità di genere, la tutela e la conciliazione delle esigenze di cura della famiglia e lo sviluppo di una carriera lavorativa rappresentano, infatti, una delle leve principali per cercare di ottenere tre risultati contemporaneamente:
• migliorare il mercato del lavoro e la partecipazione femminile;
• rafforzare i bilanci delle famiglie e, non ultimo,
• invertire la tendenza negativa delle nascite nel nostro Paese.
Fonte: Valore D, Conciliazione famiglia-lavoro

Secondo una indagine Istat, infatti, quattro donne su 10 interrompono il lavoro per prendersi cura dei figli. Inoltre 2 milioni e 754 mila padri occupati e 1 milione e 18 mila madri occupate non usufruiscono del congedo parentale. La mancanza di servizi di supporto nelle attività di cura rappresenta un ostacolo per il lavoro a tempo pieno di 204 mila donne occupate part time (il 14,3%) e per l’ingresso nel mercato del lavoro di 489 mila donne non occupate (l’11,6%).

Proprio sul tema della conciliazione dei tempi, si concentra la quarta testimonianza che viene dal mondo delle Pubbliche Relazioni.

Rossella Sobrero, Consigliere di Pubblicità Progresso
Quasi tutte le donne quando diventano mamme sanno come è complicato conciliare i tempi, e quando non si ha l’aiuto dei genitori il problema diventa ancora più pesante.
Oggi alcune imprese stanno integrando i servizi insufficienti del sistema pubblico con iniziative gestite spesso in collaborazione con cooperative sociali. Favorire il work life balance significa creare reti integrate, anche se per chi lavora in piccole aziende il problema è di più difficile soluzione.

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Scelte dalla Mediateca Internazionale di Pubblicità Progresso puoi guardare alcune campagne, sociali e commerciali, che trattano il tema della conciliazione dei tempi.

Il secondo grande obiettivo da raggiungere è la parità retributiva.

Se la parità va cercata nel portafogli, allora molti 8 marzo hanno da passare prima che l’obiettivo sia raggiunto.
Nonostante sia sancita da innumerevoli trattati, infatti, il divario salariale uomo donna continua a essere d’attualità tanto che la Commissione europea nel 2014 ha fatto cadere, per la seconda volta consecutiva, la Giornata per la parità retributiva nell’ ultimo giorno di febbraio «perché è come se le donne lavorassero gratis per i primi due mesi dell’anno».

Infografica Pairtà Retributiva

Per ogni mille euro guadagnati da un italiano le donne devono accontentarsi di 550. Questi sono valori medi, calcolati su tutti i cittadini, tenendo conto di un dato cruciale, ma spesso trascurato: le tantissime donne che in Italia non lavorano.
Se si toglie questa distorsione allora anche il divario retributivo sale al 45%, come certifica l’Eurostat.
Solo in questo modo è possibile misurare l’autonomia reale delle donne e il loro potere contrattuale in famiglia e porta a non potersi consolarsi del valore contenuto del pay gap italiano.
Fonte: La 27ora, Uomini e donne divisi da 450 euro

Nel resto d’Europa, però, non va meglio.
Cristine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, in un’intervista ha dichiarato:
“In troppi paesi le restrizioni legali impediscono alle donne di essere economicamente attive.
In un mondo in cerca di crescita le donne potrebbero aiutare a trovarla se fossero presenti condizioni di parità”.

Scelte dalla Mediateca Internazionale di Pubblicità Progresso puoi guardare alcune campagne, sociali e commerciali, che trattano il tema della parità retributiva.


  
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