Sono 700 milioni in tutto il mondo le bambine costrette a sposarsi prima del 18° anno di età e circa 250 milioni addirittura prima dei 15 anni.
Un passo storico per mettere fine ai matrimoni precoci è stato mosso ad Harare (Zimbabwe) dove il fenomeno tocca il 31% delle minori.
Nel 2015, le due giovani ex spose Loveness Mudzuru and Ruvimbo Tsopodzi chiesero alla Corte Costituzionale di prendere in considerazione le loro storie. Oggi la corte costituzionale ha deliberato che tutti i matrimoni illegittimi che hanno avuto luogo per motivi culturali o religiosi sono da considerarsi anticostituzionali e che «nessuna persona – ragazzo o ragazza – deve sposarsi prima del 18° anno di età».
«Questa sentenza è una pietra miliare per lo Zimbabwe, che pone seria attenzione sull’annoso problema dei matrimoni prematuri che non permettono alle bambine di raggiungere il loro pieno potenziale: il matrimonio prematuro viola i diritti umani di bambine e bambini, ma in particolare colpisce in modo sproporzionato le bambine a cui viene negato un matrimonio consensuale, nonché il diritto all’istruzione, alla protezione, allo impegno economico e alla salute riproduttiva» ha commentato Tiziana Fattori, Direttore di Plan International Italia - Corriere Sociale.
L'associazione è da anni impegnata in Zimbabwe e in altri Paesi per sradicare la pratica dei matrimoni prematuri attraverso la campagna mondiale Because I am a Girl ed il progetto 18+ Ending Child Marriages.
Sui social, molti stanno prendendo parte a questo movimento di emancipazione condividendo il loro pensiero su cosa significhi un futuro migliore per ogni ragazza: "A #BrighterFuture for girls means..."